Genti di Dio

Monika Bulaj
Genti di Dio

© Monika Bulaj
per le fotografie e i testi.

Edizione nuova e ampliata del 2012
per POSTCART srl – Roma.

Si ringraziano per la traduzione
di alcuni brani dal polacco
Anna Buffa e Giovanna Tomassucci.

ISBN 978-88-86795-89-0
Aprile 2012
Formato cm 22 x 27 – Pagine 352.

“Ho iniziato nell’inverno del 1985, sul confine orientale della Polonia che ho attraversato a piedi da Nord a Sud, per campi e boschi. Ho vissuto con contadini, capaci di rompere, nell’estasi, ogni barriera di lingua e natura. Le fattucchiere mi soffiavano sulla faccia incantesimi, i bisnipotini dell’Orda d’Oro mi hanno ficcato senza cerimonie sotto tre piumini e sono riuscita ancora a notare che facevano le prostrazioni allo stesso modo dei vecchi credenti.

Da allora non mi sono più fermata. In queste terre, sotto le ceneri, languiva l’infanzia d’Europa, il nostro oblio e le nostre paure, la storia si confondeva con il mito, il vero con l’irreale, e le ombre di quelli spazzati dalla Shoah e dei deportati si mescolavano ai presenti. Mi sono spinta, un po’ alla volta, sempre più a Est, seguendo i canti. Ho viaggiato tra i vecchi credenti e gli armeni della Romania, i rom della Macedonia, i lemki della Polonia, tra gli hutzuli ucraini e i tartari bielorussi.

Viaggiando a piedi, in bicicletta, su slitte, chiatte e trattori, ho imparato a scavare nei confini delle fedi, a conoscere la dolcezza dell’attesa e insieme l’impazienza di parlare con i vecchi, prima che sparissero insieme al loro carico di memorie. Mondi minori, ignorati dai media e dai predicatori dello scontro globale. Uomini e donne per i quali ero una straniera, ma che mi hanno indicato la strada, accolto, sfamato, curato, protetto, dedicandomi il loro tempo, il loro affetto e le loro storie. Voci deboli, cui devo tutto: soprattutto il rispetto. Ed è per questo che non posso rivelare i nomi dei luoghi più fragili e arcani, nella speranza che non perdano la loro innocenza.”. Monika Bulaj

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